L'8 Marzo per le mancine, gli auguri speciali di donne speciali

Coraggiose, intraprendenti, sensibili, fiere. Sono le donne che hanno accettato di scrivere per Manciniribelli in occasione dell'8 marzo. Non solo mancine, ma anche donne che per motivi di lavoro o ragioni di cuore vivono al fianco di mancini o più semplicemente condividono con loro passioni e interessi.



C'è Barbara De Santi, insegnante di sostegno e di musica, conosciuta soprattutto per essere una "dama del trono Over di Uomini e donne", che di alunni mancini ne ha avuti diversi, a scuola e a lezione di piano e, con innata delicatezza, si è sempre posta al loro fianco destro per meglio seguirli e non fargli pesare l'uso della mano sinistra. 

C'è Marisa Tisti, blogger e agente in attività finanziaria, che da giovanissima ha trovato in un mancino l'anima gemella. Dopo tanti anni di matrimonio e di confidenze ha scoperto solo di recente, per puro caso, quanto lui sia attento in ogni circostanza a cercare il giusto equilibrio per non trovarsi in imbarazzo rispetto ai destri che gli stanno a fianco, sia a tavola che in ufficio.

E poi ci sono tantissime mancine che hanno scritto e testimoniato in prima persona la fatica e l'orgoglio di essere mancine e ribelli, di non essersi piegate a chi le voleva destrimani a scuola a suon di rimproveri e bacchettate,  e nel lavoro dove, come testimoniano Anna (sarta) e Alessandra (cuoca), è una battaglia continua tra attrezzi, piani di lavoro e disposizione degli strumenti a misura di destri. Ma nessuna si è arresa all'idea di rinunciare alla sua natura. E oggi siamo tutte appassionatamente MANCINE E RIBELLI, come Anna Simonit, operatrice sociosanitaria che ci affida una riflessione sulla difficoltà e sui silenzi dei mancini, e c'è infine Serena Votano, autrice, che ci regala con un tocco di leggerezza la sua personale esperienza di mancina.


BARBARA DE SANTI

Da insegnante - racconta Barbara De Santi - la mia esperienza è positiva con i ragazzi mancini che conosco. Se sono al loro fianco per aiutarli nei compiti, mi siedo alla loro destra così vedo ciò che fanno. Se devono disegnare nell’ora di tecnologia, si usano squadre per mancini. Per fortuna oggi non si usano più le stilografiche, bensì penne che non trascinano l’inchiostro. Per quanto mi riguarda non ho motivo di pensare che a scuola i mancini abbiano maggiori difficoltà. Certo, resta il maggior disagio quando si fanno gli accordi e la melodia al pianoforte, come mi ha confessato una mia alunna mancina, ma questo non le ha impedito di raggiungere ottimi livelli. Anzi credo che le difficoltà che incontrano i mancini possano essere uno stimolo in più per sviluppare una maggiore capacità di adattamento nella vita".

MARISA TISTI 

Sono sposata da tanti anni con un mancino, ma ha sempre vissuto con riservatezza questa sua peculiarità. Solo da poco ho scoperto che siede sempre a capotavola per delicatezza nei confronti dei destrorsi. Ci sono piccoli gesti quotidiani che aiutano a capire chi hai accanto".

SERENA VOTANO

Ho fatto fatica a imparare ad allacciarmi le scarpe da sola, non perché fosse difficile ma perché i miei genitori, da destrorsi, non sapevano insegnarmi a completare il nodo con la mano sinistra"

ANNA SIMONIT 

C'è una minoranza, che nasce, cresce silenziosa. Non chiede mai niente. Si adatta, si contorce in un mondo e in un modo tutto suo, solitario.  A volte, li vedi quasi goffi, nei loro giri su se stessi, nel loro comunicare, scrivere, vivere. O forse no, non te ne accorgi perché sono veloci, immensamente plasmati nel quotidiano. Intuitivi ma soprattutto immaginativi, siamo noi. I sinistri, i mezzi diavoli che nemmeno il segno della croce sanno fare. I mancini”.

Ringrazio tutte le mancine, mogli, mamme, figlie, sorelle, amiche di mancini che hanno scritto a Manciniribelli raccontando la loro esperienza e condividendo un pezzo di storia, di strada e di cuore. Grazie davvero!

Agata Finocchiaro

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